Incidente Milano-Meda, chi era Eugenio Fumagalli, il tassista eroe: «È morto per salvarci»
Licenza milanese numero «1927», ex poliziotto, 47 anni.
All’una di notte aveva finito il turno e stava tornando a casa a Carugo, nel Comasco. I due ragazzi, di 19 e 21 anni: «Senza di lui saremmo stati travolti» Il taxi «Zulu 38» ha da poco finito il turno. «Lui faceva il numero 15», spiegano i colleghi, «quello che inizia alle tre del pomeriggio e si conclude all’una di notte». Licenza milanese numero «1927», «lui» è Eugenio Fumagalli, ex poliziotto di 47 anni, subentrato nel 2011 al volante di papà Francesco, uno dei pionieri delle cooperative anni Settanta, da ieri ennesima, ulteriore vittima del nemico pubblico numero uno: la strada. Sono passate le 3.40, come ogni sera Fumagalli torna a casa a Carugo, nel Comasco, percorrendo la Milano-Meda , strada provinciale maledetta sì, ma non in quel punto, semmai più avanti, al temibile «curvone» di Lentate. All’improvviso il lungo rettilineo che si srotola davanti ai suoi occhi diventa teatro dell’incidente. Un’auto si ribalta, Fumagalli interviene senza esitare. Accosta la sua Toyota, fa lampeggiare le quattro frecce e indossa la pettorina gialla di sicurezza. Azioni ordinate e calme ma decise, quasi una tragica sintesi del suo spirito concreto e altruista elogiato da amici, parenti e dai due fidanzatini a bordo della Fiat 600 ribaltata, entrambi brianzoli, di 19 e 21 anni.
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